I metalupi, creature che hanno a lungo stuzzicato l’immaginazione umana, sono stati recentemente al centro di una ricerca rivoluzionaria che ha rivelato nuove e sorprendenti informazioni sul loro passato e sulla loro evoluzione. Secondo uno studio condotto da Angela Perri, archeologa dell’Università di Durham, e pubblicato sulla rivista Nature, i metalupi (Canis dirus), nonostante la loro somiglianza morfologica con i lupi grigi (Canis lupus), non sono strettamente imparentati con questi ultimi.

Queste creature, che un tempo vagavano nelle Americhe cacciando megafauna ormai estinta come i cavalli dell’era glaciale e i bradipi terrestri, pesavano circa 68 kg e superavano in grandezza i più robusti esemplari di lupo grigio. Tuttavia, la loro storia evolutiva e le cause della loro estinzione, avvenuta circa 13.000 anni fa, rimanevano un mistero fino ad ora.

Il team di ricerca, avvalendosi di analisi genomiche avanzate, ha scoperto che i metalupi si sono separati dagli antenati dei lupi grigi circa 5,5 milioni di anni fa, segnando un nuovo capitolo nella storia evolutiva dei canidi. Il loro isolamento nelle Americhe per lungo tempo ha contribuito a questa distinta evoluzione.

Perri e il suo team hanno affrontato sfide significative nella raccolta di campioni di DNA dai resti fossili dei metalupi, in particolare quelli conservati nei pozzi di catrame di La Brea Tar Pits a Los Angeles. Nonostante le difficoltà, sono riusciti a generare profili genetici di cinque esemplari di metalupo, scoprendo che il loro DNA differiva notevolmente da quello di altri canidi come i lupi grigi, i coyote e i cani domestici.

Il paleoartista Mauricio Anton ha utilizzato queste informazioni per creare una rappresentazione accurata del metalupo, eliminando alcuni tratti, come il mantello scuro, che si ritiene siano stati acquisiti dai lupi del Nord America attraverso l’incrocio con altri canidi, un processo che non ha coinvolto i metalupi.

Il team di ricerca ha anche esplorato le possibili cause dell’estinzione dei metalupi, tra cui il cambiamento climatico, la competizione con altre specie di canidi e malattie portate da nuovi arrivati. La convergenza evolutiva dei metalupi con i lupi grigi, nonostante milioni di anni di separazione, sottolinea l’efficacia della loro morfologia per la sopravvivenza in ambienti diversi.

Lo studio offre nuove prospettive sull’evoluzione dei canidi e sul ruolo di fenomeni come l’isolamento genetico e la convergenza evolutiva. Robert Losey, archeologo antropologico dell’Università di Alberta, che non ha partecipato allo studio, sottolinea l’importanza di questi risultati, osservando che “la forma del corpo del lupo è estremamente efficace e che chiaramente lo è stata per molto, molto tempo”.

Queste scoperte aprono nuove strade per comprendere meglio la storia naturale del nostro pianeta e le complesse dinamiche che hanno portato all’ascesa e alla caduta di specie come i metalupi. La ricerca sulle loro origini e la loro scomparsa continua a stimolare curiosità e dibattiti nel campo della paleontologia e dell’archeologia.