Mohandas Karamchand Gandhi, nato il 2 ottobre 1869 in India, è una figura emblematica nella storia del Novecento, il cui impatto si è esteso ben oltre i confini del suo paese. Figlio di un diwan, o primo ministro, del principato di Rajkot, Gandhi si sposò a soli tredici anni in un matrimonio tradizionale indù. La sua compagna di vita, Kasturba, divenne una preziosa alleata nelle sue battaglie politiche.

Dopo aver compiuto i suoi studi in legge in Inghilterra, Gandhi affrontò sfide significative al suo ritorno in India, inclusa l’esclusione dal consiglio della sua casta e difficoltà professionali. Tuttavia, la sua vita prese una svolta decisiva quando, a ventiquattro anni, ricevette un’offerta di lavoro in Sudafrica. Qui, Gandhi trascorse oltre vent’anni, durante i quali si batté contro l’apartheid e gettò le basi della sua filosofia di non violenza, la satyagraha, che significa “forza della verità”. Fondò anche il Natal Indian Congress, un movimento politico di grande importanza.

Nel 1915, Gandhi tornò in India, dove venne accolto come un vero leader politico. Ben presto divenne il capo del movimento per l’indipendenza, supportato dal Congresso Nazionale Indiano. Gandhi si trovò di fronte a un paese sotto il dominio britannico, abitato da 300 milioni di indù e 100 milioni di musulmani. Le sue azioni di protesta, come lo sciopero del 1919 ad Amristar, ebbero un grande impatto, ma portarono anche alla sua prima condanna e arresto.

Nel 1930, Gandhi intraprese la famosa “marcia del sale”, percorrendo 400 chilometri a piedi in segno di protesta contro la legge di monopolio sul sale. Questa manifestazione pacifica attirò l’attenzione internazionale e portò Gandhi a Londra nel 1931 per discutere le sorti dell’India.

Nonostante gli ostacoli, il 15 agosto 1947 l’India finalmente proclamò la propria indipendenza. Jawaharlal Nehru, discepolo di Gandhi, assunse il ruolo di capo del governo della nuova India indipendente. Gandhi, nel frattempo, continuò le sue opere di pacificazione fino al tragico giorno del suo assassinio, il 30 gennaio 1948, per mano di un fanatico indù, Nathuram Vinayak Godse.

Gandhi rimane una figura iconica, non solo come il padre della nazione indiana, ma anche come simbolo di decolonizzazione attraverso un percorso di libertà e progresso. La sua eredità, segnata da valori di pace e non violenza, continua a influenzare le lotte per i diritti civili in tutto il mondo. La sua visione e le sue azioni hanno ispirato innumerevoli individui nella lotta per la giustizia e l’uguaglianza, rendendolo una delle figure più influenti e rispettate della storia contemporanea. La sua vita e le sue imprese rimangono un faro di speranza e un esempio di resistenza pacifica e determinazione nella lotta per la libertà.