Joseph Patrick Kennedy Sr., noto magnate e padre del futuro presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy, ha costruito la sua vasta fortuna attraverso la speculazione in borsa, investimenti immobiliari, produzione cinematografica e la distribuzione di whisky scozzese di qualitĂ . Tuttavia, secondo Edward Klein, ex giornalista investigativo per Newsweek e New York Times Magazine, la vera fortuna di Kennedy venne accumulata durante il proibizionismo, periodo in cui si sarebbe dedicato al contrabbando di alcolici insieme al mafioso Frank Costello, collaboratore del celebre boss Lucky Luciano.

Le operazioni di Kennedy non si limitavano al commercio illecito. Grazie a strette connessioni politiche, sviluppate anche grazie alla diplomazia sottobanco di Costello con esponenti del Partito Democratico, Kennedy riuscì a guadagnarsi posizioni di rilievo. La sua relazione con Franklin Delano Roosevelt, in particolare, si rivelò fruttuosa: il sostegno economico della famiglia Kennedy alla campagna elettorale di Roosevelt portò Joseph Patrick a ricoprire il ruolo di primo presidente della Securities and Exchange Commission tra il 1934 e il 1935, e successivamente quello di ambasciatore nel Regno Unito nel 1938.

Durante il suo mandato diplomatico, Kennedy si distinse per una linea politica di apertura verso la Germania, contrariamente a figure come Winston Churchill, favorendo il dialogo nel tentativo di mantenere la pace in Europa. La sua visione era in linea con quella di Neville Chamberlain e Edward Wood (Lord Halifax), che cercavano soluzioni negoziali con la Germania anche dopo l’invasione della Polonia nel 1939.

Kennedy perseguì tenacemente l’idea di un incontro con Hitler, anche senza l’approvazione del Dipartimento di Stato americano, in un contesto in cui il presidente Roosevelt sembrava ignorare i consigli del proprio segretario di Stato Cordell Hull. La sua diplomazia parallela includeva tentativi di negoziato attraverso intermediari come James Mooney della General Motors, che incontrò a Berlino esponenti chiave dell’economia nazista.

La controversa posizione di Kennedy si rifletteva anche nelle sue opinioni private, come emerge da conversazioni con l’ambasciatore tedesco a Londra, Herbert von Dirksen, nelle quali esprimeva una certa comprensione per la politica razziale nazista, una visione che gli attirò la critica sia in Gran Bretagna sia negli Stati Uniti.

Nonostante gli sforzi di Kennedy per una pacificazione, il suo approccio fu alla fine superato dagli eventi, culminando nel ritorno negli Stati Uniti nel settembre 1939, in seguito alla dichiarazione di guerra di Inghilterra e Francia alla Germania. La sua figura diplomatica era ormai compromessa, e il suo sostegno finanziario alle campagne elettorali di Roosevelt divenne l’ultima carta da giocare prima della definitiva uscita di scena dall’ambito diplomatico.

La complessa ereditĂ  di Kennedy, caratterizzata da successi finanziari e controversie diplomatiche, rimane un capitolo intrigante nella storia politica ed economica del XX secolo, riflettendo il delicato equilibrio tra interessi personali, affari internazionali e le dinamiche del potere.