Il 1990 segnò un’epoca di svolta nella storia dell’America’s Cup, la regata velica che incarna l’eccellenza nautica a livello mondiale. Quell’anno, i preparativi per l’edizione del 1992 a San Diego posero fine alla controversa sfida tra il catamarano americano Stars & Stripes, lungo 18 metri, e il gigantesco monoscafo neozelandese KZ1, che si estendeva per 37 metri con un equipaggio di 40 uomini. La facile vittoria degli Stati Uniti dopo due anni di battaglie legali non solo confermò il dominio americano ma spinse anche gli organizzatori a evolvere oltre i tradizionali 12 metri Stazza Internazionale, in uso dal 1956 al 1987.

Fu così che nacque la International America’s Cup Class (Iacc), antesignana degli attuali AC75, tra cui l’ultima Luna Rossa, varata il 13 aprile 2024 a Cagliari. Questa classe, pur avendo visto un breve ritorno ai multiscafi tra il 2010 e il 2017, ha rappresentato una netta transizione verso imbarcazioni progettate per la velocità, evidenziando il ruolo crescente dei progettisti nella determinazione dei vincitori.

La nuova AC75 di Luna Rossa è stata presentata a Cagliari con il tradizionale battesimo navale, alla presenza di figure di spicco come il vescovo Giuseppe Baturi e i coniugi Prada, Patrizio Bertelli e Miuccia Prada, che hanno inaugurato la barca con il lancio di una bottiglia di spumante contro la sua scocca argentata. L’imbarcazione, caratterizzata da uno scafo affusolato e ali idrodinamiche, rappresenta la più recente evoluzione nella ricerca di velocità e manovrabilità.

Ripercorrendo la storia, nel 1983, il 12 metri S.I. italiano Azzurra introdusse una rivoluzionaria chiglia con alette che contribuì significativamente al suo successo a Newport. Questo innovativo design mostrò la lentezza dei precedenti 12 metri, specialmente nelle condizioni di mare aperto, come quelle incontrate nell’edizione del 1987 a Perth, dove le barche tradizionali furono letteralmente sopraffatte dalle onde.

Dopo il lancio della Iacc nel 1992, le regate divennero più veloci e spettacolari, tanto da meritare la trasmissione televisiva. Il Moro di Venezia, guidato da Raul Gardini e timonato da Paul Cayard, segnò un punto di svolta per l’Italia con la sua vittoria nella Louis Vuitton Cup, grazie anche al suo design innovativo e alla costruzione in materiali compositi.

L’evoluzione continuò con l’introduzione dei catamarani AC72 nel 2013, notevoli per le loro vele rigide e i primi hydrofoil, che permisero velocità superiori ai 40 nodi, pur a costo di frequenti incidenti e ribaltamenti. Le polemiche e i costi proibitivi portarono a successive riduzioni di dimensione nelle edizioni seguenti, culminando nel ritorno ai monoscafi hydrofoil nell’edizione 2021, dove American Magic superò i 50 nodi di velocità.

L’America’s Cup ha quindi visto una trasformazione radicale dal duello tattico tra equipaggi a una vera e propria gara di velocità, anticipando una competizione ancora più mozzafiato prevista per il 22 agosto a Barcellona. Questo cambio di paradigma riflette la continua evoluzione tecnologica nella vela, simile a quanto avviene in Formula 1, dove il divario tecnologico tra le squadre può fare la differenza tra vincere e partecipare.