La recente scoperta del manoscritto della *Cronica Universalis* di Galvano Fiamma ha scosso le fondamenta della nostra comprensione delle grandi scoperte geografiche che hanno segnato il passaggio dall’Evo Medio all’Evo Moderno. Questo ritrovamento porta nuove luci sui contributi dei navigatori genovesi al cambiamento di mentalità che precedette di secoli i viaggi di Cristoforo Colombo e la conquista delle Americhe.

Storici e accademici hanno sempre dibattuto su quali eventi o figure storiche possano effettivamente rappresentare il punto di svolta tra due ere significative. La caduta dell’Impero Romano d’Oriente, l’arrivo di Carlo VIII di Valois in Italia, o la Riforma Protestante di Lutero sono tutte date che hanno aspirato a rappresentare questo spartiacque storico. Tuttavia, la scoperta di Galvano Fiamma riporta in primo piano l’importanza delle navigazioni genovesi del XIV secolo, mettendo in luce come queste avventure marinare abbiano anticipato di oltre un secolo la cosiddetta scoperta del Nuovo Mondo.

Le esplorazioni di Lanzarotto Malocello e dei fratelli Vivaldi, nonché l’epistola *De Canaria et insulis reliquis ultra Hispaniam in Oceano noviter repertis* di Giovanni Boccaccio del 1342, evidenziano un’anticipazione del cambiamento di mentalità rispetto alla visione del mondo teocentrica e medievale. Queste prime esplorazioni hanno dimostrato che al di là delle Colonne d’Ercole esisteva un mondo abitato e ricco di possibilità, contrariamente alle convinzioni dell’epoca che vedevano l’oceano come una barriera intransitabile.

Il Comitato scientifico di studio, insediato nell’ambito delle Celebrazioni del VII Centenario della riscoperta delle Isole Canarie da parte di Lanzarotto Malocello, ha condiviso questa tesi, sottolineando il ruolo cruciale delle navigazioni genovesi nel ridisegnare la mappa mentale dell’epoca. La diffusione di queste nuove conoscenze geografiche ha contribuito a erodere la visione cosmologica e biblica medievale, pavimentando la strada verso una concezione più antropocentrica e scientifica del mondo.

Questo cambiamento di mentalità, come dimostrato dal contributo di Boccaccio, non solo ha influenzato la letteratura e il pensiero del tempo, ma ha anche anticipato di secoli la “rivoluzione” attribuita a Colombo e alle successive esplorazioni europee. Questa nuova prospettiva sul ruolo dei navigatori genovesi e sulla preistoria delle grandi scoperte geografiche invita a una riconsiderazione della nostra comprensione della transizione dall’età medievale all’età moderna, sottolineando come le vere epoche di cambiamento siano spesso il risultato di processi lunghi e complessi, piuttosto che di singoli eventi storici.