La figura di Nazareno Strampelli, agronomo marchigiano nato nel 1866, emerge oggi come uno degli innovatori più influenti nel settore dell’agricoltura globale, nonostante il suo nome non risuoni familiare al grande pubblico italiano. Tuttavia, nel mondo accademico e tra gli esperti di granicoltura, Strampelli è riconosciuto come il pioniere che, dall’inizio del XX secolo, ha rivoluzionato la coltivazione del grano in Italia e nel mondo.

Grazie agli studi e alle sperimentazioni di Strampelli, la coltura del frumento è diventata la più importante a livello globale, contribuendo significativamente all’alimentazione umana. La sua ricerca innovativa ha portato allo sviluppo di nuove varietà di grano più resistenti e produttive, anticipando di decenni le esigenze di un’agricoltura sempre più orientata verso l’efficienza e la sostenibilità.

Dopo la laurea a pieni voti in Agraria a Pisa, Strampelli dedicò la sua vita allo studio e al miglioramento delle varietà di grano, affrontando sfide come la resistenza alle malattie e l’allettamento. La sua opera più significativa iniziò a Rieti, dove, grazie al supporto del principe Potenziani, mise a coltura diverse qualità di frumento, dando vita a sperimentazioni che avrebbero cambiato il volto dell’agricoltura italiana.

Il suo contributo fu cruciale per l’aumento della produzione granaria nazionale, in un periodo storico in cui l’Italia ambiva all’autosufficienza alimentare. I suoi esperimenti portarono alla creazione di varietà di grano come il “Carlotta”, premiato dall’Accademia dei Lincei, e altri ibridi che resero le colture italiane più resistenti e produttive.

Il lavoro di Strampelli non rimase confinato ai confini italiani. Le sue varietà di grano furono esportate in tutto il mondo, dall’Argentina all’Australia, contribuendo significativamente all’agricoltura di numerosi Paesi. Il suo viaggio in Argentina nel 1922, su invito del Ministero dell’Agricoltura locale, sottolinea l’importanza internazionale del suo lavoro e la sua influenza sulla produzione globale di frumento.

La visione di Strampelli e i suoi successi furono riconosciuti anche dal regime fascista, che vide nella “battaglia del grano” un’opportunità per promuovere l’autosufficienza alimentare del Paese. I suoi studi e le varietà di grano da lui sviluppate furono al centro di questa politica agraria, contribuendo a incrementare la produzione granaria italiana fino al raggiungimento di una quasi completa autosufficienza negli anni ’30.

Nonostante la sua indole schiva e il disinteresse per la notorietà, l’eredità di Strampelli vive nei suoi grani e nelle innovazioni che hanno permesso all’agricoltura mondiale di fare passi da gigante verso la sicurezza alimentare. La sua umiltà e dedizione al miglioramento delle condizioni agricole del suo Paese e del mondo fanno di lui un eroe silenzioso dell’agricoltura moderna, un antesignano della Rivoluzione Verde che avrebbe trasformato l’agricoltura globale nel secondo dopoguerra.

Oggi, la figura di Nazareno Strampelli merita di essere riscoperta e valorizzata, non solo come scienziato e agronomo di eccezionale talento ma anche come esempio di come la passione, l’impegno e l’innovazione possano contribuire in modo determinante alla sfida globale dell’alimentazione.