Nel corso del VII e VIII secolo, Carlo Magno emerge come una figura dominante nel panorama europeo, estendendo il suo controllo quasi sull’intera Italia dopo la vittoria sui Longobardi. La sua strategia non puntò mai a conquistare i territori a sud di Roma, lasciando intatte alcune aree longobarde e bizantine. Contrariamente alle prolungate campagne contro Arabi, Sassoni, Bavari, e Avari, la campagna d’Italia si rivelò relativamente più agevole per il sovrano franco.

Il vero banco di prova per Carlo Magno fu la minaccia rappresentata dalla presenza araba in Spagna. Nonostante numerose spedizioni oltre i Pirenei, il suo successo più significativo fu la creazione della Marca Spagnola nel 795, un territorio corrispondente all’attuale Catalogna. Questo successo, tuttavia, non gli garantì il pieno controllo della penisola Iberica, e la campagna del 778 si concluse con una cocente sconfitta nella gola di Roncisvalle, segnata dalla morte dell’eroico paladino Orlando.

La campagna contro i Sassoni rappresentò l’impresa più significativa di Carlo Magno, che riuscì a conquistare e a cristianizzare un popolo tra i più fieri e pagani dell’epoca. La guerra, durata dal 772 all’804, si concluse con la sottomissione definitiva dei Sassoni e la loro integrazione nell’Impero carolingio.

Anche i Bavari, situati nel sud della Germania, e gli Avari, una popolazione nomade lungo il Danubio, furono sottomessi dall’abile strategia militare e politica di Carlo Magno. La sconfitta degli Avari nel 790 fu particolarmente fruttuosa, permettendo a Carlo di arricchire il suo tesoro con un immenso bottino.

Carlo Magno si ritrovò così a capo di un Impero vasto due milioni di chilometri quadrati, abitato da venti milioni di persone di diverse etnie. La sua incoronazione a Imperatore del Sacro Romano Impero da parte di Papa Leone III nella notte di Natale dell’800 segnò la riunificazione dell’Occidente intorno al nucleo del Regno dei Franchi, trecento anni dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente.

L’Impero di Carlo Magno, sebbene prevalentemente germanico, trovò nella religione cristiana l’elemento unificatore. Nonostante le sfide poste dalla diversità etnica e culturale dei suoi sudditi, Carlo promosse una politica di tolleranza che permetteva a ciascun popolo di mantenere le proprie leggi e tradizioni, concentrando gli sforzi sull’unità religiosa.

L’amministrazione dell’Impero si basava su un sistema di vassallaggio che legava l’imperatore ai conti e ai marchesi responsabili delle varie contee e marche dell’Impero. Questi vassalli, sorvegliati dai Missi Dominici, garantivano l’ordine e l’applicazione delle leggi imperiali, le Capitolari, in un sistema che prefigurava quello feudale.

Carlo Magno riuscì a creare un impero che, pur non raggiungendo la coesione dell’Impero Romano, rappresentò un unicum nella storia europea, aprendo la via al Medioevo cristiano. La sua corte itinerante, che trovò in Aquisgrana una sorta di capitale negli ultimi anni, divenne il cuore pulsante di un impero che, sotto la sua guida, visse un’era di conquiste, riforme e unificazione culturale e religiosa.