Sardegna, [Data] – Tra le eccellenze culinarie della Sardegna, il porcetto allo spiedo si distingue per il suo gusto inconfondibile, che ha saputo superare le barriere geografiche, guadagnandosi un posto d’onore nelle tavole di tutto il mondo. Un tempo relegato ai festeggiamenti pasquali, oggi questo piatto è diventato un simbolo della tradizione isolana, affiancando le celebri seadas e sa trattalia.

Il segreto del suo inconfondibile sapore risiede nella scelta accurata delle carni: il maialino da latte, un animale giovane dal peso non superiore ai 6-7 kg, è l’ingrediente principale. La preparazione richiede una pulizia meticolosa e una cottura attenta, che si svolge longitudinalmente su uno spiedo, dalla coscia posteriore al muso. Nelle mani di un cuoco esperto, l’arte della cottura manuale trasforma la pelle in una cotenna croccante, preservando la tenerezza e il sapore della carne.

La tecnica di cottura indiretta è il vero segreto di questa specialità. La brace, sistemata attorno alla carne in modo da non esporla direttamente al calore, consente una cottura lenta e uniforme, evitando il rischio di seccare o bruciare il porcetto. Questo processo, che richiede almeno quattro ore, è parte integrante di un rituale antico, tramandato di generazione in generazione dagli allevatori locali. Curiosità per i visitatori è la salatura a metà cottura e l’utilizzo di erbe aromatiche tipiche, come il mirto, o il lardo sciolto che gocciola sulla cotenna, arricchendo il gusto.

La trasformazione del porcetto sardo da piatto delle grandi occasioni a componente essenziale dei menù tradizionali e turistici è un fenomeno relativamente recente. Fino a 40-50 anni fa, il porcetto era un lusso, riservato alle festività e ai grandi eventi familiari. L’utilizzo dei maialini da latte era limitato, poiché, una volta cresciuti, diventavano una risorsa vitale per le famiglie, fornendo carne, insaccati e altri prodotti. Oggi, il porcetto sardo allo spiedo rappresenta non solo un piatto prelibato, ma anche un simbolo vivente della ricca tradizione enogastronomica sarda.